La Tana che urla è una grotta di indiscusso fascino estetico, e di valore storico per i settecenteschi studi di Antonio Vallisneri sull’idrologia sotterranea. È meta di numerose speleogite organizzate.
“Fra le caverne che visitai, e dentro le quali scorrono perpetui rivi, i quali è fama che vengano dal mare, […] si è una poco sopra Forno Volastro, chiamata da que’ popoli la Grotta che urla; perché, accostando l’orecchio alla bocca della medesima, s’ode sempre un certo oscuro strepito, o lontano rimbombo, a guisa d’uomo che colà gridi, ed urli.
[…] volli penetrar dentro mettendo appena piede innanzi piede col dorso curvo per l’angusto foro: passato il quale per venti passi, s’alza, e s’allarga in una viottola, dove si cammina in piedi.
Guardando in alto si veggono subito concrezioni tartaree, o stalagmiti […].Penetrando innanzi s’incomincia a discernere, non essere quell’urlo cagionato che da acque cadenti dall’alto della caverna, per la quale scorrevano, e poi di nuovo si rimpiattavano.“
A. VALLISNERI, Lezione accademica intorno all’origine delle fontane, colle annotazioni per chiarezza maggiore della medesima…, Venezia, Appresso Gio. Gabbriello Ertz, 1715, p. 46